lunedì 2 aprile 2012

Mi mancano i fondamentali per capire di economia e di finanza, tuttavia, con i miei pochi mezzi, quel che segue è un argomento che dà una forma a un'intuizione di un po' di tempo fa:

...

Perciò lei dice che ci vorrebbe una riforma monetaria?
Sì, proprio per questo. La finanza ha preso potere quando, nel 1971, il presidente americano Nixon abbandonò la convertibilità del dollaro con l’oro e soppresse il regime dei cambi fissi tra le monete più importanti: fu la rottura degli accordi di Bretton Woods. Il risultato è che oggi la politica è comandata dalla finanza. Prendiamo un esempio: ci sono parecchi governi che si sono dimessi perché il tasso di interesse sui titoli di stato si era alzato ad un livello considerato eccessivo dal mondo finanziario. È successo in Portogallo, in Grecia, in Italia e in Spagna. Tutto ciò accade perché gli Stati sono considerati come delle imprese che devono finanziarsi sul mercato e dal mercato possono essere essere sanzionati. A me sembra indispensabile cambiare le regole del gioco. Bisogna rimettere al centro l’idea di Keynes del bancor, una moneta internazionale basata su un paniere di monete nazionali, il che limiterebbe i rischi di deprezzamento drastico e ridurrebbe contemporaneamente la dipendenza cinese dagli Usa. Ma gli Stati Uniti non hanno mai accettato quest’idea perché per loro una moneta internazionale esiste già ed è il dollaro.

Lei sostiene la necessità di rivoluzionare il mondo finanziario. Ma come si fa oggi a vincere un’elezione senza l’appoggio della finanza?

E’ difficile, ma non ci sono molte possibilità. O il mondo politico prende coscienza della situazione e si accorda per una nuova Bretton Woods, cioè una riforma monetaria mondiale che permetta di riprendere il controllo della finanza, oppure siamo destinati alla catastrofe
.


Il resto dell'intervista a François Morin qui

Nessun commento:

Posta un commento