giovedì 26 gennaio 2012

Cibo

I grandi vecchi non hanno molti interessi, quasi volessero ritirarsi piano piano dalla vita e, sinché stanno bene, il cibo è un argomento centrale. Quindi, da noi, non si risparmia in qualità della materia prima e in cura della preparazione. La regolazione della quantità è libera, tranne eventuali diete decise dal medico.
Io sono pagata per far funzionare tutto al meglio evitando sprechi.
Già, sprechi. L'ASL non permette il riciclo degli avanzi, quindi l'unica misura sensata è raccogliere il giorno prima le opzioni del menù. Ovviamente, quando si cucinano molti pasti, ci deve essere una piccola percentuale di ridondanza per non dover dire a un nostro vecchietto che vuole il bis: mi spiace è finito.
Va da sé che ogni giorno qualche pasto finisce in spazzatura e a me ruga e tantissimo: sono stata educata che non si butta nulla.
Qualche mese fa ho lasciato cadere, parlando con il sindaco e con l'assistente sociale, la disponibilità a offrire gratuitamente i pasti in sovrappiù a casi da loro segnalati.
Ero poco convinta, è un paese piccolo e ricco.
Eppure oggi l'assistente sociale mi ha parlato di una coppia, lui in pensione da poco, lei cinquantanove anni (quindi dovrà attendere molto prima di avere la sua pensione) e disoccupata: da lunedì passeranno a ritirare il di più.

3 commenti:

  1. e siete già virtuosi. la mensa aziendale non raccoglie (e non potrebbe farlo) le opzioni il giorno prima, quindi lo spreco è enorme. e poi, pieno come un uovo perché ti rimpinzano dicendo "eh tanto lo butto", succede che esci e trovi chi chiede uno spicciolo per mangiare. tutto ciò è assurdo.

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  2. A volte anche i sindaci stupiscono.
    E non solo loro, vero?

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