sabato 2 luglio 2016

Condominium

Ho avuto un incubo:
Avrebbe potuto essere una cittadina ricca del profondo nord, tutta Lega e franchi svizzeri. Giardino con vecchie essenze, qualche acanto e ortensie. La convallaria non curata. Bella, bellissima, la parte della casa che fu un convento del '400. Orribili le aggiunte degli anni '70 del '900. L'anziana suora, come una Beatrice, fa strada nel ricchissimo lascito. A piano terra, soffitti a vela, ci stanno i matti. Sopra, negli appartamentini, dovrebbero starci vecchi sacerdoti. La suora bussa a uno degli appartamenti e ci apre un uomo sui cinquant'anni che, appena mi vede, si gira e mi nasconde il volto. Le persiane sono chiuse e pure le finestre, odore di grasso maschile irrancidito, disordine, piastra elettrica appoggiata sulla mensola, pc acceso con il video rivolto verso la parete. Devo uscire immediatamente da lì, devo fuggire, mi gira la testa, ho le vertigini su tanto orrore umano appena intuito. Si va oltre, attraverso tanti spazi e tanti, tantissimi, soldi. Si arriva al seminterrato: uno stanzone 30x7, finestre con sbarre dal metro e settanta in su. Una ventina di letti di ferro appena usciti da Asylum, materassi di lana a vista, vecchie credenze suoresche. C'è ancora l'odore umano mischiato a muffa, spezie, sporcizia e povertà, quasi fantasma. Fortunatamente sono andati altrove gli esseri umani che sono stati lì.
Anche da sveglia, anche vicino alla mia gardenia, continuo a sentire quegli odori e quegli orrori. Il mio sentimento di ripulsa si affina, si fa lucido e consapevole. 

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