Guardando la foto e leggendo la frase di Sgreccia, mi è venuto in mente un libro molto interessante che ho letto l'anno scorso: "I neuroni specchio. Come capiamo ciò che fanno gli altri" di Marco Iacoboni.
L'espressione di Sgreccia mi mette paura e la frase mi fa ritenere che qualcosa nella sua formazione infantile e oltre sia andato storto.
Alcuni brani del libro:
"Attivando questa catena di neuroni specchio, il cervello è in grado di simulare le intenzioni degli altri. Per dirla con Gallese, 'è come se l'altro diventasse un altro sé'. Oppure, con le parole di Merleau-Ponty, 'è come se l'intenzione dell'altro abitasse il mio corpo, e la mia il suo'. I neuroni specchio ci aiutano a ricostruire nel nostro cervello le intenzioni delle altre persone, consentendoci una comprensione profonda dei loro stati mentali."
"Nel celebre racconto La lettera rubata, Edgar Allan Poe fa dire al suo protagonista C. Auguste Dupin 'Quando voglio sapere fino a che punto qualcuno è attento o è stupido, fino a che punto è buono o cattivo, o quali sono i suoi pensieri in quel momento, atteggio l'espressione del mio viso sull'espressione del suo, il più esattamente possibile, e aspetto di sapere quali pensieri o quali sentimenti nasceranno in me, nella mente o nel cuore, per corrispondere alla espressione'. Un'intuizione geniale".
"Analizzando questi risultati, Mirella realizzò quanto siano importanti i neuroni specchio per il comportamento sociale. Dalla mera osservazione della loro attività, un ricercatore può avere una buona conoscenza delle abilità sociali di un soggetto. È come se l'attività dei neuroni specchio sia una sorta di bioindicatore delle competenze sociali umane - un bioindicatore peraltro molto sensibile, dato che l'empatia emotiva, la capacità di entrare in risonanza con le emozioni altrui, è principalmente un'esperienza intima."
"La tendenza dell'imitazione e dei neuroni specchio nel riuscire a ricreare questo tipo di intimità potrebbe rappresentare una forma originaria, primordiale, di intersoggettività da cui si sono modellati il sé e l'altro."
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