C'è stato un periodo della mia vita - dieci/quindici anni fa - in cui il mio lavoro, perlopiù, era scrivere, anzi de-scrivere, il mio lavoro.
Mi veniva semplice, scrivevo anche per mesi senza problema.
Ora faccio fatica, ho bisogno di silenzio, concentrazione e fase lunare adatta: i pensieri non vanno al tempo scandito dalle dita sulla tastiera, si affastellano tutti insieme all'uscita, tanto che spesso perdo il filo o il pensiero.
Le frasi si accorciano, quasi laconiche.
Quello che scrivo, alla fine, è un distillato che ha perso la morbidezza dei passaggi logici intermedi, pur presenti, ma nella mia testa.
il tuo è un ricordo di ritorno...che se l'analfabetismo fosse per l'italica popolazione quello che tu descrivi....mi dici come classificare il linguaggio del subpadano o del curvasud, giusto un esempio eh..eh..eh, bacimaf
RispondiEliminaA proposito di ricordi, adesso ti invio il topolino partorito ieri.
RispondiEliminaComunque, il benchmarking si fa con il meglio, mica con il peggio, no?
Buona serata
siiiiiiii, ti ho ritrovato e non ti mollo più... promesso!
RispondiEliminaO forse è una minaccia!? :-D
Claudio(Pompea)
Ciao psicopompo, ben ritrovato :)
RispondiEliminaahahahah... nato sotto l'influsso di Hermes, che ce posso fà!? ;-)
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