martedì 15 gennaio 2013

O adesso o mai più

Quando sono molto sotto stress mi capita di prendere degli svarioni: non registro l'azione, l'appuntamento o la mail letta. Diciamo che mi capita una volta ogni due o tre anni. Sono rimasta un po' perplessa ieri quando mi hanno annunciato una persona con cui avevo appuntamento, a suo dire: controllo l'agenda, nulla, scavo nella memoria, il vuoto, non sono neppure in overload.
Non faccio a tempo a dirmi "bah!" che un donnone di un metro e ottanta per novanta chili si staglia sulla porta.
- "Ma avevamo un appuntamento?"
- "No, è che mi hanno detto di parlare con lei"
Ovviamente la signora non sa che il sorriso di sollievo è rivolto a me e parte nel racconto a tappo di champagne.
Vorrei dire, un attimo, c'è qualcosa che non torna, il mio naso mi dice che sento il profumo che porto da sempre - ma ieri no perché mi piace cambiare - mischiato a pelle unta e sporca, a degrado, a baratro.
Ha il respiro corto e un bellissimo anello antico. La interrompo con un "Respiri e ricominciamo daccapo". 
Sorride e lentamente parte la storia della mamma psicotica, accumulatrice seriale, che vive sola e inavvicinabile nella grande villa di diciotto stanze stracolme di spazzatura. Dice che a duecento ha smesso di contare le carcasse di pollo e che con le lattine di fagioli ha riempito dieci sacchi della spazzatura e che la mamma ha i capelli rasta e le unghie lunghe e curve e che deve approfittare del dolore fisico della madre per avvicinarla. "Sa, ha ottantacinque anni ma è forte, pensi che sino a pochi giorni fa usciva in barca a remi tutte le notti, dalle undici alle tre, a raccogliere legna galleggiante."
"Capisco"
"No, lei non può capire"
"Capisco e ci proviamo"
 

Nessun commento:

Posta un commento