Non piove da poco ed è venerdì sera: potrei farmelo bastare.
Macché. Mentre stresso i polsi con la coriacea zucca mi viene in mente che la mia cognizione basata della fisica risale ormai a più di quarant'anni fa. Forse è per questo che ancora oggi, ancora ora, non so spiegarmi come sia possibile che il corpo di David Rossi abbia toccato terra venti minuti prima del suo orologio.
Analfabetismo di ritorno. Quasi certamente.
play it again, sam
venerdì 9 novembre 2018
mercoledì 7 febbraio 2018
venerdì 6 gennaio 2017
domenica 25 dicembre 2016
lunedì 19 dicembre 2016
mercoledì 28 settembre 2016
sabato 2 luglio 2016
Condominium
Ho avuto un incubo:
Avrebbe potuto essere una cittadina ricca del profondo nord, tutta Lega e franchi svizzeri. Giardino con vecchie essenze, qualche acanto e ortensie. La convallaria non curata. Bella, bellissima, la parte della casa che fu un convento del '400. Orribili le aggiunte degli anni '70 del '900. L'anziana suora, come una Beatrice, fa strada nel ricchissimo lascito. A piano terra, soffitti a vela, ci stanno i matti. Sopra, negli appartamentini, dovrebbero starci vecchi sacerdoti. La suora bussa a uno degli appartamenti e ci apre un uomo sui cinquant'anni che, appena mi vede, si gira e mi nasconde il volto. Le persiane sono chiuse e pure le finestre, odore di grasso maschile irrancidito, disordine, piastra elettrica appoggiata sulla mensola, pc acceso con il video rivolto verso la parete. Devo uscire immediatamente da lì, devo fuggire, mi gira la testa, ho le vertigini su tanto orrore umano appena intuito. Si va oltre, attraverso tanti spazi e tanti, tantissimi, soldi. Si arriva al seminterrato: uno stanzone 30x7, finestre con sbarre dal metro e settanta in su. Una ventina di letti di ferro appena usciti da Asylum, materassi di lana a vista, vecchie credenze suoresche. C'è ancora l'odore umano mischiato a muffa, spezie, sporcizia e povertà, quasi fantasma. Fortunatamente sono andati altrove gli esseri umani che sono stati lì.
Anche da sveglia, anche vicino alla mia gardenia, continuo a sentire quegli odori e quegli orrori. Il mio sentimento di ripulsa si affina, si fa lucido e consapevole.
Avrebbe potuto essere una cittadina ricca del profondo nord, tutta Lega e franchi svizzeri. Giardino con vecchie essenze, qualche acanto e ortensie. La convallaria non curata. Bella, bellissima, la parte della casa che fu un convento del '400. Orribili le aggiunte degli anni '70 del '900. L'anziana suora, come una Beatrice, fa strada nel ricchissimo lascito. A piano terra, soffitti a vela, ci stanno i matti. Sopra, negli appartamentini, dovrebbero starci vecchi sacerdoti. La suora bussa a uno degli appartamenti e ci apre un uomo sui cinquant'anni che, appena mi vede, si gira e mi nasconde il volto. Le persiane sono chiuse e pure le finestre, odore di grasso maschile irrancidito, disordine, piastra elettrica appoggiata sulla mensola, pc acceso con il video rivolto verso la parete. Devo uscire immediatamente da lì, devo fuggire, mi gira la testa, ho le vertigini su tanto orrore umano appena intuito. Si va oltre, attraverso tanti spazi e tanti, tantissimi, soldi. Si arriva al seminterrato: uno stanzone 30x7, finestre con sbarre dal metro e settanta in su. Una ventina di letti di ferro appena usciti da Asylum, materassi di lana a vista, vecchie credenze suoresche. C'è ancora l'odore umano mischiato a muffa, spezie, sporcizia e povertà, quasi fantasma. Fortunatamente sono andati altrove gli esseri umani che sono stati lì.
Anche da sveglia, anche vicino alla mia gardenia, continuo a sentire quegli odori e quegli orrori. Il mio sentimento di ripulsa si affina, si fa lucido e consapevole.
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