giovedì 27 dicembre 2012

Ecco un post di Malvino - al quale vanno i miei ringraziamenti - che va dritto alla radice culturale della condizione femminile nel nostro Paese.

domenica 16 dicembre 2012

Perdiana!

L'idea era quella di cercare in rete delle ricette per il paté che fossero più intriganti della mia. Dopo aver letto e visto una mezza dozzina di ricette blasonate, mi son detta: c'è un solo accorgimento che permette a un paté di fregiarsi di tale nome e cioè frullarlo/passarlo da caldo, diversamente il fegato prende una consistenza sabbiosa. Orbene, in tutte e sei le ricette era previsto il frullaggio a freddo. Orrore!

E poi il fegato deve essere cotto poco, se no diventa amaro.

La quantità di burro ne determina la più o meno morbidezza perciò, se si desidera un paté spalmabile ci vuole poco burro, se si vuole un paté tagliabile ce ne vuole di più.

400 gr fegato di vitello e 5 fegatini di pollo
100 gr di fesa di vitello a fette
100 gr di prosciutto cotto a fette
1 bicchiere di marsala
1 bicchiere di cognac
150 gr di burro
1 cipolla grande
un sacchetto di odori (salvia, rosmarino e alloro)

Palline con il cucchiaio dosatore per gelato e la gelatina a decorazione tagliata a pezzi grossi a mo' di ambra con incluse stelle di anice o altra fantasia.

sabato 15 dicembre 2012

Voglio una serra

Va bene, lo ammetto, le mie costruzioni a difesa della gardenia sono un disastro: non resistono al vento e alla neve. Sembrano quelle dei tre porcellini. E ogni giorno una nuova.

venerdì 14 dicembre 2012

Our man in Havana

Grande Ratzinger! Spero che questa dichiarazione la pubblichi anche su Twitter.

giovedì 13 dicembre 2012

Un magistrale Malvino da non perdersi.

martedì 4 dicembre 2012

“Non possiamo più – ci disse – ritirarci.
Abbiamo Mosca alle spalle”
(Franco Fortini, Composita Solvantur )*


Ieri sono andata in visita istituzionale a un pari funzione: appuntamento alle 10:30, io arrivo puntuale alle 10:25 all'ingresso, dopo aver parcheggiato fuori per delicatezza. Dal passo carraio sta uscendo una macchina, vedo che un uomo tarchiato abbassa il vetro: "Lei è la signora con cui ho appuntamento?" Io rispondo gelida "Se lei è XY , sì". "Si accomodi, faccio una firma e in 10 minuti sono di ritorno".
Mi son detta che non valeva la pena guastarmi l'umore vista la splendida giornata e mi sono accomodata.
Dopo una ventina di minuti ritorna, io aspetto in piedi nella hall, perché comunque sono stronza. Mi fa accomodare nel suo ufficio megagalattico e di pessimo gusto in cui mischia poltrone capitonné con un mobile da tinello di stile incerto, con una scrivania da vescovo, con quadri tra la sacrestia e la caserma dei carabinieri. Certo, cosa avrei potuto aspettarmi da un uomo che la prima volta che sento al telefono mi dice "Lei deve essere una bella donna" "Ah, sì? E come lo sa?" "Dalla voce"?
Lo lascio parlare, raccontare il suo essere ufficiale dei bersaglieri - mi mostra il cappello piumato appoggiato sul mobile tinello - e una miriade di altre cazzate. Io pensavo a Porta Pia, ma non gliel'ho detto. Gli ho detto quello che dovevo dirgli e bene, poi mi sono alzata per congedarmi. "Aspetti, le mostro la struttura" e io: "Non vorrei farle perdere tempo..."
Appena fuori dall'ufficio mi guida a destra: "Questa è la nostra cappella" - "Ah, guardi, sono un'ateaccia poco interessata" e lui si giustifica "Sa, l'hanno voluta le suore e poi ci fanno tante donazioni".

Settimana scorsa da noi c'era una messa in memoria, all'arrivo del parroco - che sa benissimo come la penso - esco nel giardino per accoglierlo e salutarlo, come faccio per tutti gli ospiti, e già che c'ero mi sono portata il pacchetto di sigarette. Dopo i soliti convenevoli, il parroco parte con una paternale sui danni del fumo e, al mio sorriso di abbozzo, cambia completamente e repentinamente registro e si mette a raccontarmi di quando bimbo undicenne l'hanno sparato in seminario, di quando per mesi non vedeva la famiglia, di quando doveva giocare a pallone con il talare, e di tutta la sua storia di prete, per concludere con un lapidario "Se tornassi indietro non lo rifarei". Lasciandomi, basita, con la mia seconda sigaretta.

Oggi, alla fine di un incontro all'ASL, il dipendente pubblico  - a cui devo rendere i conti - è partito con un'intemerata sulla nullafacenza della maggior parte dei suoi colleghi. Faceva freddo lì nel parco e io sono un violino: ho rimediato un gran mal di pancia. O forse erano le dichiarazioni di Monti?

*